Il Salone Nautico segna il ritorno, a una sua casa ideale, dell’artista Stefano Bressani negli spazi veneziani che già avevano ospitato sue opere, durante la mostra Friends di aprile – novembre 2019 e che avevano animato la serata del Venice Artnight nel giugno dello stesso anno a Spazio Thetis, l’hub dell’arte contemporanea. Di grande impatto sono state anche le sue partecipazioni alle passate edizioni di Open19 e Open20, manifestazioni che avvengono in concomitanza con la mostra del Cinema di Venezia, con le sue “Skultoflower” e il premio speciale attribuitogli nel contest Open Arte Laguna del 2016.
L’occasione per ospitare nuovamente un’Opera di Bressani in un evento veneziano è stata data dalla premiazione del Raid Motonautico Internazionale Pavia-Venezia in cui il premio, la coppa Teo Rossi di Montelera, per il miglior classificato sarà appunto una delle sue, ormai iconiche, Sculture Vestite. Essa rappresenta una testa umana, una testa di pilota, e vuole essere il concreto omaggio dell’artista ad una competizione nata più di novant’anni fa il cui trofeo originale viene custodito presso la sede dell’Associazione Motonautica di Pavia. Il premio, dedicato alla memoria del Conte Teo Rossi di Montelera, verrà assegnato al concorrente che nel tratto cronometrato Revere-Pontelagoscuro terrà la media di velocità più alta. L’opera sarà consegnata, durante una cerimonia ufficiale, al vincitore della competizione direttamente dalle mani del suo ideatore e realizzatore Stefano Bressani assieme alle autorità del Comune di Venezia e dagli Organizzatori della manifestazione.
Le opere di questa serie sono state presentate per la prima volta nel 2014 in occasione di una personale dell’artista presso il “Mauto” di Torino e intendono rappresentare un capo umano quale centro dell’essere. Idealmente e nelle intenzioni dell’autore questa serie potrebbe rappresentare una sorta di omaggio al mondo motoristico e, più genericamente, a quello delle competizioni sportive in generale pensate come sono per esaltare e dare un degno segnale dello spirito di competizione fatto di umano volere temperato da una saggezza appresa col sacrificio quotidiano. Oggetti, opere d’arte, che per ciascuno di noi, autore e fruitore, originano e rimandano a qualcosa che non è nella relazione con l’altro, ma nella relazione con sé stessi e con il proprio mondo interiore. Contengono in sé emotività e ragione, pulsione e rigore; dualità di un linguaggio che permane e che si orienta con decisione verso la riduzione a pochi segni, teso a una radicale sintesi di rapidi tratti, a profili e figure di consistenza apparentemente eterea, in un equilibrio che porta con sé una forza ascetica, espressa nel linguaggio artistico personale di Bressani, ma condotte a compimento rendendo visibile la sua idea di caos riorganizzato, proprio delle competizioni sportive dove impeto e razionalità interagiscono in un equilibrio indefinibile. Sono elaborazioni, composizioni, che vogliono mostrare e rappresentare il sogno di un viaggiatore temporale che passi, senza soluzione di continuità, dal passato al presente. Forme che esprimono una visione dura e romantica allo stesso tempo, che rimandano a un’energia, una linfa vitale che parte dal centro dell’opera per propagarsi in nuove geometrie esterne, con l’inserimento di piccolissimi frammenti assemblati e giustapposti di tessuti colorati che creano nuovi percorsi visivi, leggeri ed eleganti, ma, come sempre nell’opera di Bressani, di forte e pregnante carica espressiva.