Benvenuti nella sezione dedicata alle installazioni artistiche del Salone Nautico di Venezia, dove la creatività si fonde con l’arte nautica in un ambiente suggestivo e dinamico. In questa sezione del nostro sito, vi invitiamo a scoprire le opere d’arte che animano gli spazi dell’Arsenale di Venezia: preparatevi a essere sfidati, stimolati e intrattenuti dalle opere d’arte, mentre esplorate le connessioni tra l’uomo e il mare, tra la creatività e la tradizione marittima.
Vanmechelen presenta ‘Looking for the Ark‘, un’interpretazione contemporanea dell’iconico vaporetto veneziano trasformato in una galleria galleggiante. Questa imbarcazione, che trasporta un microcosmo del nostro mondo, funge da invito a immaginare nuovamente il nostro mondo. Riflette la condizione umana e ci esorta a navigare le acque turbolente della nostra esistenza con consapevolezza, responsabilità e speranza. L’arca è affiancata dalle diverse installazioni di Vanmechelen, guidate dalla convinzione che “Il Futuro dipende da memorie dimenticate”.
L’arca-vaporetto veneziana trasporta con sé un microcosmo del nostro mondo, riflettendo la condizione umana. Affollata fino all’anima, questa arca trasporta figure – da Frida Kahlo ad Albert Einstein, da Mahatma Gandhi a Madre Teresa – che sono emblemi del genio umano e del pensiero filosofico. Ognuno di loro porta con sé un messaggio che trascende i limiti del tempo e della geografia. Il baldacchino dell’arca ospita una congrega di specie quasi estinte, un toccante promemoria dell’Antropocene. Queste creature, a metà nel nostro regno e a metà in un altro, sono un invito alla coscienza ambientale. Insieme allo shuttle spaziale, invitano a contemplare la natura duale del progresso umano. Perché siamo gli altri, anche il ‘Libro del Genoma’ mostra. E infine, l’artista ci ricorda con un grande segno al neon l’importanza della storia: il nostro futuro dipende da ciò che ricordiamo o non ricordiamo dal passato. Sullo sfondo della Biennale, ‘In cerca dell’Arca’ ci esorta a navigare le acque turbolente della nostra esistenza con consapevolezza, responsabilità e speranza.
Il progetto d’arte contemporaneadialoga con la mostra Muve Yacht Projects 2024. Una compresenza tra il nobile progetto degli atenei e la visione artistica, sul tema della sostenibilità e dello sguardo al futuro durante il Salone Nautico.
La monumentale scultura di Manolo Valdés “LA DIADEMA” arriva al Salone Nautico di Venezia.
Nato in Spagna nel 1942, cofondatore del collettivo Equipo Crónica, il gruppo pionieristico della Pop Art in Spagna, a partire dal 1982 Valdés ha continuato la sua carriera da solista soffermandosi specialmente sulla rilettura di temi artistici e storici, con l’ideazione di un proprio universo creativo tramite l’estro coniugato allo studio dei materiali. Le opere di Manolo Valdés si possono trovare in numerose collezioni pubbliche e private, tra cui: Metropolitan Museum of Art, New York; Museum of Modern Art, New York; Musée National d’Art Moderne, Centre George Pompidou, Parigi; Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, Madrid, Spagna. Attualmente vive e lavora a New York. Dal 2016 collabora con la Galleria d’Arte Contini che lo rappresenta in esclusiva per l’Italia.
L’opera “Building Bridges” di Lorenzo Quinn rappresenta sei coppie di mani che si estendono dai due argini del bacino di Carenaggio Piccolo per intrecciarsi e formare ponti alti 15 metri e lunghi 20. Ognuno di essi rappresenta uno dei valori universali dell’essere umano: l’amicizia, la saggezza, l’aiuto, la fede, la speranza e l’amore.
Nel suo messaggio, Quinn sottolinea l’importanza di costruire ponti e unirsi: insieme, gli uomini possono compiere grandi gesta e raggiungere traguardi altrimenti considerati impossibili. Venezia, con la sua ricca storia, rappresenta per Quinn la città ideale, poiché da più di 1600 anni continua a creare ponti con altre culture. Egli cita le spedizioni non solo commerciali, ma anche esplorative dei veneziani nel passato, con esempi come Marco Polo che ha portato l’Estremo Oriente a Venezia.
Una piattaforma galleggiante con una struttura circolare in legno è ancorata al Salone Nautico di Venezia: si chiama Arena for a Tree, dell’artista svizzero Klaus Littmann.
Da lontano, il guscio permeabile sembra una sorta di cupola rovesciata o una noce con giovani germogli al suo interno. Osservata da vicino, si presenta come un’architettura, una scultura e un palcoscenico allo stesso tempo. La struttura orizzontale su tre livelli, ispirata agli anelli di accrescimento di un albero, offre posti a sedere per circa cinquanta persone, offrendo una vista ideale sulla parte centrale dove sono posizionati tre alberi.
L’arena: luogo di combattimenti, poi trasformato in teatro, è un luogo che concentra l’attenzione verso l’evento centrale. I tre alberi simboleggiano radicamento e mobilità, fungendo da rifugio, fornendo ombra e materie prime. La scelta del cipresso calvo non è casuale: prospera sia in presenza di acqua dolce che salata, resiste alle raffiche di vento più forti, sopravvive alle alluvioni e sopporta anche le temperature estreme negli spazi urbani.
Sospiro d’Eterno rappresenta il palo di Casada dei palazzi nobili a Venezia, raffigurati già nei dipinti del XVI°.
All’inizio era un albero di rovere, cresciuto per 100-150 anni in un bosco, con la sua linfa vitale testimone della vita in montagna.
Poi, tagliato ad una lunghezza di circa 11-13 metri, viene tramutato in Bricola.
Utilizzata come segnavia per le parti navigabili del mare, diventa parte attiva della vita della città d’acqua: oggi, con le sue crepe ed erosioni, racconta la storia della sua esistenza.
Piantata nel mare, ammira la vita che scorre nella città sospesa sull’acqua: gli arrivi, le partenze, gli amori che nascono, gli artisti, i poeti e i sognatori.
Come una moderna Cenerentola, si trasforma, da brutta e sporca, in un manufatto elegante e raffinato.
Installazione permanente dell’opera “Il sentiero di Marco Polo” di Simone Meneghello e a cura di Robert Phillips presso i giardini dello Spazio Thetis.
Questa nuova opera va ad arricchire ulteriormente la pregiata collezione permanente di Spazio Thetis, un omaggio tangibile all’esploratore nel 700° anniversario della sua morte, rientrando così nel ricco calendario di iniziative organizzate dal Comune di Venezia e dall’Università Ca’ Foscari di Venezia, con la collaborazione di Fondazione Musei Civici di Venezia, oltre che di numerose realtà associative della città, nazionali ed internazionali.
Concepita appositamente come installazione site-specific per Spazio Thetis, “Il Sentiero di Marco Polo” è una sorta di viaggio concettuale attraverso le tracce del passato, un’esplorazione della memoria e dell’assenza. Attraverso una serie di volumi senza titoli identificativi, l’opera traccia un cammino ideale che parte dall’Arsenale Veneziano, come un sentiero che si “srotola” da ovest a est lungo 30mt e realizzato con 50 volumi enciclopedici bianchi, con sovrascritto parte de “Il Milione” di Marco Polo.
Un sodalizio tra arte e scienza: Francesca Busca – ospite presso la Tesa 102 di CNR-ISMAR – utilizzerà i rifiuti prodotti all’interno delle strutture di ISMAR, della piattaforma Acqua Alta e della nave oceanografica Gaia Blu del CNR per dar vita a un’opera d’arte che sarà presentata in anteprima durante Salone Nautico di Venezia in programma dal 29 maggio al 2 giugno. Creare arte dai rifiuti è l’intuizione dell’artista italo-inglese, fondatrice di Art for Trash©, progetto che rientra nell’Eco-Artivismo, movimento del quale è promotrice, concepito per “Trasformare l’indesiderato in desiderabile –afferma Francesca Busca- la vergogna in meraviglia, il superfluo in essenziale per provocare un vero cambiamento”.
Il grande pubblico avrà l’opportunità di assistere alla creazione dell’opera nata dai rifiuti del CNR-ISMAR proprio presso la sede in Arsenale di Venezia, una straordinaria occasione site-specific per comprendere il legame tra scienza dell’ambiente marino e arte!
Tre sono gli elementi costitutivi della nostra splendida città di Venezia: l’arte, la scienza e la laguna che nei tempi antichi si sono idealmente fusi propri qui, nell’Arsenale. Una rapida riflessione sull’evoluzione del rapporto tra l’uomo e questo straordinario ambiente.
Nei dipinti di Fontanella troviamo una molteplicità di scorci di barene in un’esaltazione di quella natura originaria che si rivela anche oggi a chi si vuol perdere in spazi ignoti al turismo. Ci sono poi, nei dipinti di alcuni dei maggiori artisti veneziani del secolo scorso, le isole più note, dove l’uomo ha adattato lo spazio alle sue esigenze.
Fin qui l’arte, ma senza la scienza che si prende cura, tanto per dire, dei “ghebi” o delle “velme”, questo ambiente, documentato attraverso una serie di fotogrammi, sarebbe destinato a durare poco.
Il percorso si chiude rivolgendo uno sguardo al futuro: la “bricola” realizzata anche con materiali di scarto e la barca elettrica da corsa. Due esempi di come dovrebbe essere il domani se volessimo continuare a goderci l’arte in un ambiente come il nostro.
L’artista Simon Del Grillo nasce a Conegliano nel 1971. Frequenta il liceo classico e si laurea in giurisprudenza, inizia a lavorare con il padre scultore e da lui impara tutte le tecniche. Dieci anni fa decide di iniziare la sua carriera artistica da solo e inizia a scolpire il marmo, per poi dedicarsi alla ceramica. Con i “nuovi mondi” si affaccia sul mondo artistico internazionale, ricevendo il plauso della critica.
L’opera “New World” esposta nell’area Mare Laguna (Arsenale Nord) ha un diametro di 120 centimetri ed è realizzata in alluminio e acciaio.
Courtesy of Galleria Orler Venezia
Questa mostra dedicata al Moro di Venezia raccoglie una selezione di immagini tra le più significative della grande sfida voluta per partecipare alla Coppa America da Raul Gardini. Una impresa che ha segnato un passo importante per la vela italiana, lasciando una eredità in tecnica e uomini che ancora oggi è visibile. Le foto sono di Carlo Borlenghi, a suo tempo fotografo ufficiale del team, ed è stata allestita per la prima volta a Trieste nel 2022 durante la Barcolana, organizzata dalla Società Velica di Barcola e Grignano con il supporto della Fondazione Raul Gardini, per celebrare i 30 anni dalla vittoria della regata di selezione sfidanti Louis Vuitton Cup. Con quella vittoria il Moro di Venezia è stato il primo team italiano a disputare la Coppa America.