Il lunedì, terzo giorno del Salone, con le banchine frequentate da un pubblico interessato, si è aperto con il convegno “Innovazione e Sostenibilità. Le nuove rotte della filiera nautica”, organizzato da Confindustria Venezia in collaborazione con l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale presso la Torre di Porta Nuova dell’Arsenale di Venezia. L’iniziativa ha visto l’intervento di vari rappresentanti del settore nautico, energetico e delle infrastrutture. In collegamento dagli uffici di La Spezia, il Vice President R&D di Sanlorenzo spa Paolo Bertetti ha ribadito come innovazione e sostenibilità siano delle tematiche su cui l’azienda si è focalizzata già da cinque anni, mettendo in campo risorse dedicate esclusivamente alla ricerca e sviluppo e dando importanza ad una visione a lungo raggio. Tre i temi su cui Sanlorenzo ha scelto di focalizzarsi: nuovi combustibili, soluzioni zero-emission radar, e soluzioni zero-emission in navigazione lenta. In rappresentanza dell’Autorità di Sistema Portuale Mare Adriatico Settentrionale, il Segretario Generale Antonella Scardino ha invece illustrato le iniziative in ambito green che stanno sviluppando, finanziate sia da fondi europei che dal PNRR, ponendo particolare attenzione alla connessione con il territorio e con il contesto di cui fanno parte. Sono stati ricordati gli accordi presi con Sapio, la creazione di un distributore d’idrogeno, oltre che la candidatura di Venezia a capitale mondiale della sostenibilità. Il Presidente di Hydrogen Park Andrea Bos ha poi illustrato le opportunità offerte dall’Hydrogen Valley di Porto Marghera, che si propone di accelerare la transizione del sistema industriale del polo e di diventare un punto di scambio domestico ed internazionale per il settore energetico.
L’appuntamento proposto da Confindustria Veneto è uno dei primi che entra nel merito della produzione industriale, delle sue relazioni con la sostenibilità come tema cui ormai tutti devono tenere conto. Tema che tornerà nei prossimi giorni soprattutto con i convegni promossi da RINA e Assonautica di Venezia. Per la nostra industria nautica la convivenza di tecnologie e di innovazione è un tema fondamentale, centrale per il Made in Italy che può mettere in campo la sua creatività e affidabilità. Qualche numero: il fatturato complessivo dell’industria nautica italiana, secondo le proiezioni più recenti che arrivano da più fonti, ammonta a circa 6 miliardi di euro, un valore importante che indica la piena salute del comparto, in netta ripresa dopo la pandemia e con una crescita “a due cifre” che supera il 20% per anno. È recente la notizia che il Gruppo Azimut Benetti ha raggiunto ordini per i prossimi anni superiore ai 2 miliardi di euro. Molto vicini anche gli altri due gruppi italiani e Sanlorenzo ha un backlog 1.2 mentre Ferretti Group di 1.32 miliardi.
In mattinata sono state anche presentate le novità di E-Concept, che ha fornito le infrastrutture di ricarica per la nautica elettrica allestendo i moli P2, P3 e P4 del Salone Nautico Venezia attraverso le e-dock, delle paline elettriche in grado di ricaricare le imbarcazioni.
“Il Salone Nautico nasce per mettere in mostra le migliori eccellenze della nautica e non solo per dire che l’arte navale è qui di casa, e lo è da mille anni, ma anche per raccontare le sue nuove frontiere. – ha sottolineato l’assessore allo Sviluppo economico del Comune di Venezia, Simone Venturini – C’è sostenibilità e sviluppo solo dove c’è studio, progettazione e investimenti per le infrastrutture e la laguna è il luogo migliore dove poter sperimentare. Perché ciò che funziona a Venezia può funzionare ovunque”. Mentre il direttore generale di Veritas, Andrea Razzini, ha sottolineato che “questa città è il cuore delle difficoltà” e che la società da qualche anno sta investendo nella mobilità elettrica e ibrida rinnovando la flotta delle imbarcazioni. Veritas è una multiutility interamente pubblica, la prima del Veneto per dimensioni e fatturato e una delle più grandi d’Italia. Eroga servizi idrici integrati.
Il Corila, il Consorzio per il coordinamento delle ricerche inerente al sistema lagunare di Venezia, ha presentato al Salone Nautico tre progetti green: la piattaforma digitale per mettere in rete i piccoli porti dell’Adriatico (Framesport), i sistemi di ancoraggio sostenibili per la salvaguardia dell’habitat delle fanerogame marine (Saspas) e un robot per la pulizia subacquea e sostenibile delle incrostazioni biologiche delle barche (Greenhull). L’obiettivo è sensibilizzare il mondo nautico rispetto all’adozione di comportamenti e tecnologie green per la salvaguardia del mare e del suo ambiente naturale, laguna di Venezia e Alto Adriatico in primis. Framesport è un progetto strategico di cooperazione transfrontaliera Italia-Croazia entrato in questo momento nella “fase 2”, che prevede l’attivazione di un dialogo costruttivo con gli stakeholder dei diversi territori e la raccolta capillare di informazioni, relative ai servizi e infrastrutture dei piccoli porti dell’area di programma, attraverso un questionario dedicato. Scopo del progetto è lo sviluppo di un quadro strategico per lo sviluppo dei piccoli porti delle coste dell’Adriatico attraverso l’input di nuovi modelli di business e piani d’azione.
Il progetto Saspas Interreg Italia ha invece come obiettivo la protezione della biodiversità dell’ecosistema del Mar Adriatico, attraverso la protezione della flora marina. Nel corso del convegno di oggi si è parlato di “Ancoraggi ecologici e protezione delle fanerogame marine in Adriatico” e dello studio e messa in opera di innovativi sistemi di ancoraggio per le imbarcazioni da diporto e il trapianto di fanerogame sommerse. Sono state infatti installate nella baia di Panzano e nel Parco delle Isole Incoronate in Dalmazia nuove boe dotate di ancoraggi ecologici, con strutture ad infissione al fondo.
È stato poi presentato uno dei principali risultati del Progetto GreenHull, dedicato allo sviluppo di tecnologie verdi per la pulizia dello scafo delle navi in acqua e, in particolare, alla sperimentazione di un prototipo di piattaforma robotica subacquea multisensore per la pulizia del “biofouling” dallo scafo delle imbarcazioni. Una tecnologia in grado di rimuovere le incrostazioni biologiche senza toglierle dall’acqua ed evitando al tempo stesso la dispersione di sostanze tossiche e organismi nocivi nell’ambiente marino locale. Nel progetto GreenHull sono state sviluppate tre tecnologie per la pulizia del biofouling dallo scafo delle imbarcazioni senza toglierle dall’acqua ed evitando al tempo stesso la dispersione di sostanze tossiche e organismi nocivi nell’ambiente marino locale. L’acqua di scarico viene infatti purificata nell’impianto di trattamento dedicato e restituita al mare, in conformità con i requisiti di legge.